sabato 7 febbraio 2009

- 5: peccato. Parte Prima

Peccato!



Non nel senso di: oh! Ma quanto mi dispiace. Peccato nel senso di: oggi al corso parliamo del peccato.



E a parlarne è stato un ospite deccezione: il tipo di una coppia guida di unaltra parrocchia.



Devo dire che il salto dalla lezione scorsa a questa non poteva essere più traumatico: dallamore al peccato.



Non solo per la tematica, ma proprio per la persona che ha affrontato largomento. Vi dico solo che a un certo punto, parlando appunto del peccato e rifacendosi alla storia del serpente e della mela, ci ha chiesto: "ma voi non le sentite mai le vocine nella testa"?






     



Veramente no! A quel punto non sapevo se mettermi a ridere o alzarmi e andarmene.



Comunque la lezione è proseguita e lui ha tirato fuori altre cosine davvero interessanti.



Per esempio ci ha messo in guardia da Satana, perché Satana esiste. Ci ha parlato di suo cucino e di alcuni suoi amici che per scherzo avevano iniziato a fare delle sedute spiritiche e che alla fine si comportavano in modo strano, parlavano in modo strano... Vomitavano anche???



E che sono guariti grazie alla preghiera di chi voleva bene loro.



Tornando allargomento del giorno il succo della discussione è stato il seguente:



- il peccato è una malattia;



- la malattia porta alla morte;



- lunico che può solvarci dalla malattia e dalla morte è il Signore.



Per semplificare hanno spiegato che il peccato è come un tumore: noi abbiamo un germe dentro di noi che cresce, diventa una cosa spropositata e poi ci uccide... potrebbe essere calzante se non si pensa al fatto che in molti casi noi decidiamo di peccare (abbiamo sempre una scelta, non siamo proprio degli animali che cedono a ogni pulsione) mentre è difficile che possiamo scegliere se avere un tumore o no... ma andiamo avanti.



Quindi bisogna pregare lo Spirito Santo, solo questo può darci la guarigione. Del peccato in generale siamo poi passati a parlare di un tipo particolare di peccato: quello della sessualità sia al di fuori che allinterno del matrimonio.



E qui devo dire che la cosa si è fatta interessante.



Ci ha messo in guardia da... lo vogliamo chiamare autoerotismo? che può diventare peggio di una droga tanto da impedirti di guarda la tv o andare a ballare con delle amiche senza avere incontrollabili pulsioni.



Ci ha portato il suo esempio... a causa dei suoi compagni di scuola è entrato nel tunnel a 13 anni e ne è uscito a 26.          

26????



Ci è stato spiegato anche perché fare sesso fuori del matrimonio è peccato, perché è importante arrivare casti al matrimonio e che è possibile commettere adulterio anche facendo sesso con la propria moglie o con il proprio marito. Ma questa è una parte importante che mi ha colpiti e che quindi penso meriti una trattazione a parte.



Devo dire che la sua lezione mi ha lasciato molto preplessa. Ma credo che anche gli altri siano rimasti alquanto interdetti perché poi quando ci siamo riuniti in gruppo nessuno parlava. I nostri due sposi guida si aspettavano un fuoco di fila di domanda e invece noi stavamo lì con gli sguardi persi nel vuoto... credo che non fossi lunica a essere spaventata dallacceso fervore del tipo.



Andrea, per esempio, è rimasto molto "spaventato" da questa dicotomia peccato-malattia perché lha ricollegata ad alcuni articoli apparsi negli anni 70 su alcune riviste cattoliche (che lui ha sfogliato in cerca del materiale per la tesi) e che erano ricollegati allomosessualità e alle malattie psichiatriche.



Io invece sono rimasta colpita da una cosa: perché è importante cercare di non peccare?



Come dice il marito della nostra coppia guida, il Signore non è in paradiso calvo perché a ogni nostro peccato si strappa i capelli. In realtà lui ci guarda come un padre, un padre che soffre perché peccando noi prima di tutto facciamo del male a noi stessi e poi a chi ci sta intorno. Certo questo si capisce per i comandamenti del rubare e uccidere, ma ha valenza soprattutto quando invidiamo qualcuno, quando mettiamo in circolo maldicenze ecc ecc.



Ah, dimenticavo: oggi ho scoperto che del comandamento non uccidere esiste uninterpretazione estensiva. Non si uccide una persona solo fisicamente, ma lo si può fare anche "moralmente" quando ci comportiamo male nei suoi confronti.












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5 commenti:

  1. ... sinceramente?

    Non so tu quanto "filtri", ma a me per certi discorsi sembra che stiano facendo catechismo a dei bambini... tu da questo cosa puoi imparare sul matrimonio cattolico?

    Ma chi li ha sguinzagliati questi?

    Sono molto perplessa... e gli sguardi persi nel vuoto non mi sorprendono...

    Sorè... te lo ripeto ancora e con assoluta certezza... non sono tutti così!

    Di due considerazioni buone che ti fanno (l'ultima parte) il resto è devastante.

    Forza e coraggio... : )

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  2. Grazie per il sostegno.
    Fortunatamente io e Andrea non prendiamo come oro colato tutto quello che ci dicono.
    Analiziamo e ci confrontiamo... dopo di che conveniamo sul fatto che sono pazzi e andiamo avanti per la nostra strada. Mi sento come SuperMarioBros che deve arrivare al castello e salvare la principessa ;)

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  3. BUGIARDA! Tu le vocine che ti portano verso il peccato, le senti!!! "Momaaaaa.... comprati l'ultima edizione di quello scrittoreeeee..... Momaaaa.... sono il signor Feltreineeeelliiiii.... compra un liiiibroooo.... compraaaa.... compra.... compra...."

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  4. Reganisso, ma dici che contano pure quelle vocine lì???
    ;)

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